Percorso Giro d’Italia 2019, le 5 tappe chiave

Al Giro d’Italia 2019 ogni tappa e ogni giorno possono rivelarsi decisivi. In una corsa come quella disegnata da RCS Sport non mancano le insidie e gli imprevisti, specialmente quando la tensione e il nervosismo si fanno sentire. I grandi favoriti dovranno dunque stare sempre all’erta nelle tre settimane dall’11 maggio al 2 giugno, durante le quali tuttavia ci sono ovviamente alcune tappe che si preannunciano decisive. Abbiamo voluto dunque individuare le cinque tappe chiave del #Giro102, quelle in cui sarà fondamentale farsi trovare pronti.

La scelta è stata fatta non solamente in base alla durezza della tappa sulla carta, quando l’altimetria chiarisce in maniera inequivocabile  che può essere una giornata importante per la classifica generale, ma anche per la collocazione delle tappe all’interno del tracciato ideato dagli organizzatori, tenendo da conto dunque anche l’importanza che rivestono nella sequenza complessiva e negli scenari tattici che si potranno delineare di conseguenza nelle tre settimane di corsa.

Tappe chiave Giro d’Italia 2019

Tappa 9 – Domenica 19 maggio:  Riccione – San Marino (34,8km – crono)

Primi distacchi si potranno essere già creati, ma è nella seconda domenica di gara che si comincia realmente a fare sul serio. La cronometro dei vini anche quest’anno si propone come momento cruciale della corsa. Quest’anno fa da vero e proprio spartiacque tra una prima parte interessante, ma senza difficoltà maggiori, e le ultime due settimane in cui non mancheranno le grandi asperità. È il giorno più temuto per molti, atteso per altri, sicuramente cruciale per tutti. Dal risultato ottenuto lungo i 34,8 chilometri verso la Serenissima dipenderanno infatti molte delle tattiche dei giorni seguenti, con l’intero Giro che potrebbe essere stravolto dall’esito del giorno.

Non sarà comunque una crono semplice per nessuno. Se la prima parte è sostanzialmente pianeggiante, comunque in leggera ascesa, con strade abbastanza dritte per provare a sviluppare massima potenza, dal secondo intermedio in poi si comincia a salire in maniera più importante. L’ingresso nel territorio dell’enclave sanmarinese sarà dopo 19,7 chilometri e dopo 22,2 la strada si impenna sempre più. Gli ultimi 12,2km presentano una pendenza media complessiva del 4,5%, ma nel mezzo bisogna contare un falsopiano e una breve discesa.

Le pendenze raggiungeranno infatti l’11% a Montegiardino, nel mezzo della ascesa per il bivio di San Marino. Sono cinque chilometri di salita al 6,6% che potrebbero rivelarsi tra i più importanti dell’intero percorso. Dopo tre chilometri di falsopiano ascendente, su strade sinuose, poco meno di due chilometri di discesa portano allo strappo conclusivo verso il traguardo. A quel punto i corridori affrontano 2250 metri al 6,4% di media, impegnativi soprattutto nella parte centrale. Dosare le energie non sarà per niente semplice. Tenere la gamba per la fine vuol dire perdere molto prima, e viceversa.

Tappa 13 – Venerdì 24 maggio: Pinerolo – Ceresole Reale (196 km)

Primo arrivo in salita di questa edizione, non è il più duro, ma la lunga ascesa conclusiva può rappresentare uno scoglio importante se la forma tarda ad arrivare. L’inedita salita del Colle delle Nivolet presenta una pendenza media non impossibile, visto che la media è solamente del 5,9% nei 20,3 chilometri complessivi, ma è fatta a gradoni vivendo sostanzialmente di tre fasi diverse. Si comincia subito con un tratto impegnativo, in cui arriva la pendenza massima del 14%, per poi offrire la possibilità di rifiatare dopo sei chilometri, fino a scendere nella parte centrale.

Una breve tregua prima dei sei chilometri finali, dove nuovemente le pendenze arrivano in doppia cifra per una media dell’8,9%. Considerando che in precedenza bisognerà affrontare anche Colle del Lys (14,9km al 6,4, max 12%) e Pian del Lupo (9,4km all’8,7, max 14%), sarà una giornata durissima, con un dislivello complessivo di 4500 metri, che per un primo approccio alle salite potrebbe creare molti danni, con distacchi anche abbastanza importanti. Nascondersi sembra praticamente impossibile, anche se a poter salvare parzialmente alcuni corridori potrebbe essere il fatto che il giorno dopo c’è un altro tappone di montagna, quindi un certo timore e una maggiore gestione dello sforzo potrebbero creare tattiche più attendiste. Ma d’altro canto, proprio per questo, se c’è qualcuno che vorrà osare potrebbe trovare meno resistenza dai rivali assestando un colpo che potrebbe già rivelarsi decisivo.

Tappa 14 – Sabato 25 maggio: Saint-Vincent – Courmayeur (131 km)

È la tappa più breve di questa edizione, ma è anche quella con più salite. Ben cinque GPM repertoriati per un totale di 47,2 chilometri di salita sui 131 in programma. Il dislivello complessivo è dunque di ben 4000 metri per una tappa praticamente senza tregua, in cui di pianura ce ne sarà ben poca. Se la salita finale non è certamente la più dura, la rapida sequenza precedente che culminerà ai quasi duemila metri del San Carlo offre ampio spazio agli scalatori di piazzare le loro stoccate.

Sarà proprio in questa salita che si troverà la pendenza media e massima più elevata. Lungo i 10,5 chilometri in programma si tocca infatti il 15,3% per una salita che nel suo complesso sfiora la doppia cifra anche di media, proponendosi come una delle più impegnative di questa edizione visto che resterà costantemente sopra il 9%. Considearndo che ci si arriverà non solo con le fatiche dei tre GPM precedenti, ma anche con l’accumulo della tappa del venerdì, le difficoltà potrebbero essere esponenziali.

L’arrivo a Courmayeur non sarà poi particolarmente impegnativo, anche se nella prima parte della salita ci sono nuovamente pendenze che raggiungeranno il 9%. Gli ultimi cinque chilometri sono infatti piuttosto semplici, con due chilometri di discesa prima di tornare a salire verso il traguardo. Tuttavia, chi è stato in grado di fare la differenza prima, se è riuscito ad isolare i rivali, non dovrebbe avere troppe difficoltà nel quantomeno contenere il distacco accumulato.

Tappa 16 – Martedì 28: Lovere – Ponte di Legno (226 km)

Dopo il secondo giorno di riposo, ad aprire l’ultima settimana è una delle frazioni più lunghe ed impegnative di questa edizione. I GPM repertoriati saranno solamente due, ma la tappa sostanzialmente non presenta neanche un metro di pianura visto che sin dalla partenza si pedalerà all’insu con la lunga ascesa verso il Passo della Presolana, al quale seguirà rapidamente la Crose di Salven. L’unico tratto semplice sarà il falsopiano successivo verso Edolo, ma da quel momento in poi si comincia salire verso il Passo Gavia.

Cima Coppi di questa edizione con i suoi 2618 metri, la lunghissima salita della Alpi Retiche vedrà il gruppo passare una prima volta per il traguardo, prima di impennarsi ulteriormente per i 16,5 chilometri che effettivamente costituiscono il GPM (con pendenza media dell’8% e punte del 16%). Arrivati in cima ci sarà la lunga discesa verso Mazzo di Valtellina, da cui si ripartirà subito per il brutale Mortirolo (11,9km al 10,9%, max 18%). Una accoppiata tremenda che potrebbe risultare decisamente indigesta arrivando dopo la pausa, momento che non raramente ha mietuto vittime eccellenti.

Dopo la storica salita, la picchiata verso Monno, da cui si riprenderà a salire verso il traguardo. Una ascesa docile che di per sé non crea problemi, ma che dopo aver affrontato già oltre duecento chilometri e un dislivello impressionante (il totale sarà di 5700) potrebbe comunque avere una sua importanza, sia per staccare qualcuno che per distanziarlo ulteriormente. Difficile che chi è dietro possa invece recuperare.

Tappa 20 – Sabato 1 Giugno: Feltre – Croce d’Aune-Monte Avena (194 km)

L’ultimo appello per gli scalatori, l’ultima occasione per distanziare i cronoman che avranno nella tappa di Verona la possibilità di guadagnare qualcosa. Cinque salite impegnative, di cui le più pedalabili di seconda categoria, prima dell’arrivo in salita con cui si concluderanno le frazioni in linea di quest’edizione. I primi 8,5 chilometri in leggera discesa saranno soltanto un’illusione per il gruppo, che da quel momento sostanzialmente non vedranno più un metro di metro. Il primo scoglio da superare sarà Cima Campo, che realisticamente servirà da trampolino di lancio per portare via di forza la fuga di giornata. La picchiata verso Telve, interrotta da uno strappo in corrispondenza da Bieno, potrà fare ulteriore selezione tra gli attaccanti, mentre il gruppo si preparerà alle asperità decisive.

Da Telve si inizierà infatti a salire verso il Passo Manghen, 18,9 chilometri con una pendenza media del 7,6%. L’ultima parte è la più impegnativa, con 5 chilometri che tirano costantemente intorno al 10%. Chi vorrà cercare un colpo di mano potrebbe cercare di portare via un gruppo interessante, magari con l’aiuto di qualche gregario, consapevole che i 116 km tra lo scollinamento e il traguardo sono tantissimi, ma disseminati di insidie. Dopo la discesa, il tratto in pianura verso Predazzo aiuterà gli inseguitori, mentre ai -82 comincerà il lunghissimo Passo Rolle. I 20,6 km sono in realtà divisibili in tre settori: il primo e l’ultimo con pendenze tra il 5 e il 6%, quello centrale sostanzialmente pianeggiante.

Una discesa di quasi 40 km porterà poi il gruppo ai piedi della doppia scalata finale, decisiva per le sorti della giornata e della classifica generale della corsa. Croce d’Aune misura 11,1 chilometri, ma quelli davvero impegnativi sono gli ultimi 4, con una media intorno all’8% e punte al 16%. La salita finale sul Monte Avena, in cima al quale è posto il traguardo, si snoda su 6,9 chilometri, salendo quasi costantemente al 7% con un piccolo settore all’11% all’inizio. Un finale che non permetterà a nessuno di nascondersi, chiamando in causa tutti i grandi protagonisti di questo Giro d’Italia.

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